La diffrazione laser è una della tecnica analitica con la quale si misura la distribuzione dimensionale delle particelle di un campione dispero a umido o a secco. Il principio di funzionamento si basa sulla deflessione di un raggio laser incidente da parte di un insieme di particelle disperse in un liquido o in aria. Gli angoli di diffrazione e/o di diffusione sono caratteristici la dimensione delle particelle.
Tutta la strumentazione analitica che si basa su questo principio teorico fa riferimento alla norma ISO 13320, documento guida che descrive chiaramente i principi delle tecniche di diffusione della luce laser a basso angolo (LALLS- Low-Angle Laser Light Scattering) e definisce la terminologia.

Tra i vantaggi principali di questa tecnica sono da sottolineare aspetti come la Riproducibilità e Precisione, grazie all’utilizzo delle SOP (Standard Operating Procedure), Versatilità per routine da controllo qualità o in fase di sviluppo di nuovi prodotti, Produttività, con tempistiche analitiche dell’ordine del minuto a campione, grazie a sistemi di campionamento completamente automatizzati.
Il maggior vantaggio è dato dalla capacità di misurare la distribuzione granulometrica, dal millimetro fino alla decina di nanometri.

Uno dei limiti della diffrazione laser è capacità di misurare le particelle nell’ordine dei nanometri (limite inferiore), per via della debole intensità di scattering delle particelle più piccole.
Un modo efficiente per risolvere questo aspetto, senza aumentare il numero di componenti che costituiscono la strumentazione e garantendo rapidi tempi analitici è dotare lo strumento di un laser allo stato solido più potente ed utilizzare una geometria della cella di misura tale da garantire una misura consistente e riproducibile nella zona nanometrica, eliminando la riflessione totale.